Il medico del lavoro e gli addetti ai video terminali
Come cambia il ruolo del medico del lavoro nella sorveglianza sanitaria dei videoterminalisti: lo screening ergoftalmologico nel lavoro del medico competente.
Uno dei compiti del medico del lavoro è la “sorveglianza sanitaria”: si tratta di tutte quelle azioni, o “atti medici”, che hanno come scopo la “tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro”.
Il Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i. tratta appunto questo argomento: il medico del lavoro è l’unico nel settore a dover portare avanti un’attività di sorveglianza legata a doppio filo alle caratteristiche ed alle modalità del lavoro di videoterminalista.
Nel caso specifico, il medico del lavoro si relaziona con gli addetti al videoterminale, toccando così con tutte le varie criticità ed ai possibili rischi per la vista legati a tale ruolo.
La selezione eseguita dal medico del lavoro deve risultare in una gamma completa e variegata di casi da approfondire con lo specialista: la collaborazione proficua tra quest’ultimo ed il medico del lavoro può risultare in diagnosi precoci, prescrizioni di correzioni ottiche o training ortottico.
Applicato all’attività del medico del lavoro , lo screening ha la funzione, piuttosto che di diagnosticare o curare le patologia, di scremare le stesse, lasciando poi libertà di intervento al medico specialista della cui collaborazione il medico del lavoro si avvale.
A seguito del Decreto Legislativo di cui sopra, il medico del lavoro assume un ruolo di coordinamento tra i vari specialisti coinvolti, mantenendo la sua titolarità nell’attività di primo livello. Obiettivo del medico del lavoro , oltre alla segnalazione di eventuali criticità nell’attività dei videoterminalisti, è il rilascio/rinnovo dell’idoneità alla mansione specifica.
Per quanto concerne il medico del lavoro , nella definizione di “videoterminalista” rientra ogni lavoratore che utilizza “un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali”. Queste venti ore devono considerarsi al netto delle interruzioni previste dalla legge e di cui il medico del lavoro deve sempre verificare il rispetto: una pausa (intesa come cambiamento di attività) che deve corrispondere a quindici minuti ogni due ore di applicazione continuativa al videoterminale.
Obiettivo finale della sorveglianza del medico del lavoro è la verifica di assenza di fenomeni di discomfort: in questo modo, il medico del lavoro garantisce il mantenimento dell’idoneità al lavoro del soggetto. La rilevazione del medico del lavoro deve inoltre basarsi da un lato sulle caratteristiche cliniche del lavoratore, dall’altro sulle caratteristiche dei compiti lavorativi a lui assegnati.
Tra gli strumenti a disposizione del medico del lavoro per lo screening ergoftalmologico ricordiamo i test per la refrazione (ovvero la messa a fuoco) e per la motilità oculare (ossia la capacità dei due occhi di lavorare assieme): sono queste, infatti, le funzioni dell’occhio che vengono utilizzate con più frequenza durante attività che richiedono un impegno visivo ravvicinato.
Concludiamo ricordando che l’efficacia, o meglio, l’appropriatezza della sorveglianza sanitaria del medico del lavoro si valuta nel rapporto tra risultati ed obiettivi: in ambito sanitario l’efficacia viene inoltre definita come la capacità di fare le cose giuste alle persone giuste.
FONTE: RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE ED EFFICACIA DELLO SCREENING ERGOFTALMOLOGICO DI PRIMO LIVELLO NEL VIDEOTERMINALISTA
di Paolo dott. Santucci