Coronavirus a lavoro: cosa dice il medico del lavoro
Le aziende sono obbligate per legge a proteggere la salute dei loro dipendenti e quindi ad adottare di propria iniziativa tutte le misure igieniche necessarie, tecnicamente fattibili, ragionevoli e adeguate alle condizioni dell’impresa in conformità con le leggi sul lavoro.
In situazioni come quelle che stiamo vivendo sono inoltre obbligate ad attuare misure speciali relative ai luoghi di lavoro come quelle emanate in questi giorni dalla Presidenza del Consiglio.
Il datore di lavoro deve valutare tutti i pericoli legati alla nuova epidemia, prendere atto dei provvedimenti comunicati dall’amministrazione del paese e adottare le misure cautelative che ritiene più opportune per contrastare il rischio biologico portato dal Coronavirus.
Vediamo insieme in questo articolo quali sono.
Comportamenti da seguire
Iniziamo con l’elencare elencare le norme comportamentali indicate da Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.
Si tratta di accorgimenti da seguire in ogni caso indipendentemente da dove ci si trova (luogo di lavoro oppure no)
- Lavarsi spesso le mani
- Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
- Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
- Coprirsi bocca e naso quando si starnutisce o tossisce
- Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
- Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
- Usare la mascherina solo se sospetti di essere malati o si assistono persone malate
- Contattare il numero verde 1500 se ha febbre o tosse e si è tornati dalla Cina da meno di 14 giorni
Va inoltre ricordato che né i prodotti MADE IN CHINA o i pacchi ricevuti dalla Cina, né gli animali domestici sono canali di diffusione del nuovo coronavirus.
Misure preventive nei luoghi di lavoro
È innanzitutto consigliabile indicare e comunicare il problema a tutto il personale esponendo il decalogo delle buone norme sopra esposto.
Anche nei luoghi di lavoro vanno limitati il più possibile i contatti tra le persone, riducendo le occasioni di aggregazione.
Ove possibile bisognerebbe favorire la modalità del lavoro a distanza.
Sono comunque da evitare riunioni, congressi o convegni in ambienti chiusi: preferire a questi soluzioni di comunicazione a distanza con modalità di collegamento da remoto attraverso la rete.
Vanno regolati gli accessi anche agli spazi destinati alla ristorazione e allo svago (zona caffè e aree fumatori), programmando e monitorando sia il numero di accessi contemporanei che il rispetto della distanza di almeno un metro tra le persone.
Comportamenti di fronte a ipotetici contagiati
La situazione è delicata e sicuramente la confusione e l’incertezza attuali non aiutano.
È chiaro che qualora un dipendente dovesse presentarsi sul luogo di lavoro con febbre o altri sintomi influenzali anche lievi, deve essere lui fornita e fatta obbligatoriamente indossare una mascherina, assicurandosi comunque che il soggetto rimanga il più possibile lontano e isolato dagli altri dipendenti.
La mascherina infatti aiuta a limitare la diffusione del virus, ma da sola non è efficace. Deve essere adottata in aggiunta ad altre misure quali l’isolamento e il lavaggio accurato delle mani per almeno 20 secondi.
Non è assolutamente utile, come si è visto fare, indossare più mascherine sovrapposte.
Inoltre se la persona dovesse starnutire, deve farlo in un fazzoletto di carta che verrà immediatamente chiuso in un sacchetto e portato via dai sanitari in qualità di rifiuto speciale.
Il soggetto deve essere quindi mandato immediatamente a casa, con la raccomandazione di limitare al minimo i contatti stretti, di osservare le precauzioni igieniche sopra citate e di contattare tempestivamente il 1500, il 112 o il numero regionale messo a disposizione per questa emergenza.
Il datore di lavoro stesso, per tutelare le persone entrate in contatto con la persona malata, dovrebbe chiamare il 1500 e spiegare la situazione. Infatti le strutture preposte (Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente) hanno il compito di raccogliere informazioni relative alle persone che hanno soggiornato nei medesimi locali e sono entrate in contatto con il lavoratore che presenta sintomi influenzali.
Non vi è alcun procedura obbligata ma, ricordando che il datore di lavoro è il primo responsabile della sicurezza sul luogo del lavoro, questa prassi diventa necessaria al fine di tutelare la salute dei lavoratori.
Norme igieniche degli ambienti di lavoro
Per quanto riguarda le norme igieniche il Datore di Lavoro, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione e con il Medico Competente, deve individuare misure rafforzative delle ordinarie norme di comportamento e la corretta prassi igienica.
I locali e le postazioni di lavoro devono essere adeguatamente igienizzate attraverso i prodotti e detergenti specifici. Di seguito elenco alcuni detergenti che possono essere utilizzati per sconfiggere il virus. La candeggina, il cloro al 1%, l’etanolo al 75%, l’acido peracetico e il cloroformio.
Ovviamente hanno tutti una modalità di utilizzo specifica: in alcuni casi il detergente va usato puro, in altri casi va diluito. Per maggiori informazioni si faccia riferimento alle applicazioni d’uso riportate sull’etichetta del prodotto.Sarebbe opportuno che ambienti pubblici come scuole, palestre, pub, ecc. siano sanificati prima della riapertura al pubblico.
Consiglio inoltre di richiedere la certificazione di avvenuta sanitificazione all’azienda preposta a tale attività.
CONCLUSIONE
La situazione che stiamo vivendo è di assoluta emergenza e comporta un notevole cambiamento delle nostre modalità di vita e di lavoro.
Oggi più che mai c’è bisogno di responsabilità, senso civico e della collaborazione di tutti per fare in modo che l’emergenza rientri il prima possibile.
È quindi assolutamente necessario attenersi alle regole e alle misure sopra esposte per far sì che la salute di tutti sia tutelata.