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Rischio movimentazione manuale dei carichi

Rischio nella Movimentazione Manuale di Carichi e Sorveglianza Sanitaria: responsabilità e indicazioni per il medico competente

Rischio nella Movimentazione Manuale di Carichi e Sorveglianza Sanitaria: responsabilità e indicazioni per il medico competente all’interno dell’azienda.

Il rischio da movimentazione carichi è uno degli scenari con cui il medico competente viene più spesso a contatto, soprattutto contesti aziendali legati all’ambito edilizio. La normativa riguardante il rischio da movimentazione carichi viene trattata nel titolo VI del D.Lgs 81/08: si definisce Movimentazione Manuale qualsiasi tipo di attività che comporti operazioni di sollevamento di un peso, azioni di trascinamento, spinta o spostamento che possano dare origine a disturbi e patologie a carico della colonna vertebrale, delle articolazioni e dei muscoli.

 

Non si parla solo di sollevamento di pesi: rientrano nella definizione di rischio di movimentazione carichi anche i movimenti ripetitivi e continuati da cui possono nascere patologie tendinee e muscolari anche gravi.

 

Rischio Movimentazione carichi: i compiti del medico competente

Il primo compito dei medici competenti che si confrontano con il rischio da movimentazione carichi è ridurre al minimo la fonte del rischio sul posto di lavoro. Qualora questo non sia possibile, il medico deve adottare tutte le misure tecniche utili mirate a ridurre gli sforzi richiesti ai lavoratori e le movimentazioni manuali, richiedendo l’utilizzo di attrezzature meccaniche quali paranchi, gru, carrelli e muletti.

La valutazione del rischio da movimentazione carichi può essere fatta in diversi modi: ogni metodo ha l’obiettivo di standardizzare le possibili operazioni a rischio tramite valori numerici e la definizione della soglia di rischio calcolato.

 

Ad oggi, il metodo più utilizzato per la valutazione del rischio da movimentazione carichi è il metodo NIOSH, messo a punto dal National Institute of Occupational. Tale metodo si distingue per essere applicabile sia a compiti semplici che ad attività composte da più operazioni successive e permette di determinare un indice numerico di rischio partendo da un carico massimo sollevabile in condizioni ottimali e applicando diverse caratteristiche peggiorative del movimento. Tra le variabili incluse nel NIOSH ci sono genere ed età del lavoratore esposto.

Altro metodo diffuso per la valutazione del rischio da movimentazione carichi è il metodo OCRA (Occupational Repetitive Action), molto simile al NIOSH: tramite l’implementazione di semplici check-list si stabilisce un indice di rischio numerico, che confrontato a dei valori tabellari restituisce il piano di azione da applicare.

 

Attrezzature per Rischio Movimentazione Carichi

Tra le attrezzature che il medico competente può consigliare per prevenire il rischio da movimentazione carichi c’è il carrello per scale, che permette lo spostamento di pesi in salita e discesa senza affaticare il lavoratore. L’utilizzo del carrello per scale può essere richiesto dal medico competente stesso qualora lo ritenga necessario per evitare conseguenze legate al rischio da movimentazione carichi; normalmente l’installazione del carrello per scale viene concordata con il Datore di lavoro.

 

(Fonte: http://www.anfos.it/sicurezza/rischio-movimentazione-manuale-carichi/)

 

Sorveglianza sanitaria obbligatoria: Testo Unico Sicurezza

Sorveglianza Sanitaria: quando è obbligatoria? Approfondimento del Testo Unico Sicurezza

 

Sorveglianza sanitaria obbligatoria e medici del lavoro: indicazioni per il medico competente circa la normativa vigente.

Quando si parla di sorveglianza sanitaria obbligatoria? Come si relazione il medico del lavoro con la normativa vigente? Soprattutto, quali sono le conseguenze della mancata attivazione della sorveglianza sanitaria?

In questo articolo vogliamo fornire una guida generale ai casi di sorveglianza sanitaria obbligatoria, con indicazioni concrete per medici competenti e Datori di lavoro.

La sorveglianza sanitaria obbligatoria è ad oggi un argomento ambiguo per molti Datori di lavoro: nonostante abbiano portato a termina la procedura di valutazione dei rischi, spesso non sanno con precisione se per la loro azienda la sorveglianza sanitaria sia obbligatoria o meno.

 

Sorveglianza Sanitaria: sanzioni

La mancata nomina ove necessaria è sanzionata a carico del datore di lavoro e dirigente con l’arresto da 2 a 4 mesi e ammenda da 1500 a 6000 €.

Tornando al dubbio sollevato nel primo paragrafo, appare evidente che la sorveglianza sanitaria è un obbligo che non può essere ignorato dal datore di lavoro che ha effettuato una valutazione dei rischi nella quale sono presenti i suddetti rischi. Qualora vi fosse il dubbio, diventa necessario riprendere in mano il proprio documento di valutazione dei rischi e rivedere in collaborazione con il RSPP l’individuazione e l’analisi dei rischi.

 

Sorveglianza sanitaria obbligatoria: in quali casi è prevista?

La nomina di un medico competente preposto alla sorveglianza sanitaria è regolata dal Decreto Legislativo 81/08 ed è obbligatoria in tutti i casi che seguono:

  • nei casi in cui il lavoratore faccia espressa richiesta di sorveglianza sanitaria e il medico competente ritenga la richiesta lecita e collegata a rischi lavorativi
  • nei casi in cui la valutazione dei rischi rilevi la necessità di sorveglianza sanitaria
  • in tutti i casi previsti dalla normativa vigente.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, la Legge prevede la sorveglianza sanitaria obbligatoria qualora nel posto di lavoro si presentino i seguenti rischi:

  • agenti chimici, cancerogeni e mutageni
  • rischi biologici di varia natura
  • rischi correlati alla movimentazione manuale di carichi
  • attività al videoterminale per un tempo complessivo di almeno 20 ore settimanali (al netto di pause e interruzioni)
  • rischi correlati ad agenti fisici quali rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, radiazioni ottiche artificiali
  • rischi da microclima
  • rischi correlati al settore sanitario
  • presenza di impianti elettrici ad alta tensione
  • attività lavorative in orario notturno
  • Presenza di lavoratori impiegati in mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute propria e di terzi.

 

Lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria

I lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria obbligatoria vengono devono ricevere accesso alla propria cartella sanitaria in forma di copia. L’originale viene conservato dal Datore di lavoro in un luogo interno all’azienda concordato con il medico competente. Durante la sorveglianza sanitaria obbligatoria, la responsabilità della gestione dei documenti spetta al medico competente. I lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria devono inoltre essere valutati tramite visita medica periodica con cadenza annuale, o con frequenza maggiore qualora la normativa lo preveda o il medico competente lo ritenga necessario. I risultati della visita medica periodica vanno riportati nel documento di valutazione dei rischi e vengono utilizzati ai fini della pianificazione delle misure di prevenzione individuali.
Fonte: http://www.quidsicurezza.it/legislazione/sorveglianza-sanitaria-nominare-medico-competente/#.V2RrjB8zrCI 

Medico competente obbligatorio: quando la nomina è necessaria

Medico competente obbligatorio: in quali casi l’azienda deve rivolgersi ad un medico del lavoro

Medico competente obbligatorio: quando, come e perché. La nomina del medico competente all’interno di un contesto aziendale è regolata dal Decreto Legislativo 81/08: in sostanza, viene stabilito che il medico competente è obbligatorio in tutte le situazioni in cui i lavoratori operano in condizioni che includono rischi di tipo chimico, a rumori, vibrazioni, a movimentazione manuale carichi, all’esposizione di amianto, piombo e altri agenti pericolosi, eccetera.

Il Decreto Legislativo include tra le situazioni di rischio anche l’utilizzo del videoterminale: è richiesto un medico competente obbligatorio anche quando i lavoratori si trovino a utilizzare la postazione videoterminale per più di venti ore alla settimana o in orari notturni.

 

Medico competente obbligatorio: il ruolo nell’azienda

All’interno di determinate tipologie di azienda il medico competente è obbligatorio in quanto è referente principale della sicurezza: suo è il compito, in collaborazione con il Datore di lavoro e/o con gli altri delegati alla sicurezza con l’obiettivo di rilevare tutti i fattori di rischio e attivare tutte le misure necessarie alla sorveglianza sanitaria, nel rispetto delle normative vigenti.

 

Sempre in accordo delle Leggi, il medico competente, obbligatorio o meno, deve comunque essere in possesso di tutti i requisiti previsti dall’Art. 38 del D.Lgs 81/08. Il Datore di lavoro è inoltre tenuto a mettere a disposizione del medico del lavoro tutte le informazioni relative alla natura dei rischi sul luogo di lavoro, la programmazione e la messa in atto di misure preventive e protettive, la descrizione degli impianti e dei processi produttivi, i dati raccolti relativi agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, e i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza prima dell’arrivo del medico competente. In conclusione, per il medico competente è obbligatorio mettersi al corrente con le caratteristiche del posto di lavoro e le attività svolte dall’azienda,

 

Medico competente obbligatorio: strumenti per la sicurezza

Una volta completata la procedura di nomina da parte del Datore di lavoro, per il medico competente è obbligatorio iniziare e aggiornare una cartella sanitaria e di rischio per ognuno dei lavoratori dell’azienda che rientrano nel programma di sorveglianza sanitaria. La cartella sanitaria deve riportare i risultati di tutte le varie visite mediche a cui il lavoratore è sottoposto: visite preventive, periodiche, su richiesta del lavoratore, in occasione del cambio della mansione e alla conclusione del rapporto di lavoro.

 

Sulla base degli esiti ottenuti, il medico competente può formulare un giudizio sull’idoneità del lavoratore, che può essere idoneo, parzialmente idoneo o inidoneo.

È obbligatorio, per il medico competente, fornire al lavoratore tutte le informazioni circa i risultati di tali visite: l’idoneità del lavoratore viene comunicata durante riunioni periodiche e in forma anonima.

(Fonte: http://www.ilmedicocompetente.com/nomina.html )

Obblighi del medico del lavoro: guida pratica

Obblighi del medico del lavoro: guida alle responsabilità e alle mansioni pratiche previste dalla normativa vigente.

Quali sono gli obblighi del medico del lavoro? Quali sono, nel concreto, le attività di cui il medico è responsabile? Cosa dice ad oggi la legislazione relativa?

Gli obblighi del medico del lavoro sono stabiliti con precisione dall’Articolo 25 del Decreto Legislativo 81/08, punto di partenza di tutti i cambiamenti che hanno reso la professione del medico competente ciò che è oggi.

 

Oltre a definire nella pratica gli obblighi del medico del lavoro, il Decreto impone che il medico non sia dipendente di strutture pubbliche: il medico del lavoro deve quindi essere un professionista specializzato con competenze specifiche.

Allo stesso modo, nel decreto vengono specificati i contesti aziendali in cui è obbligatorio affidarsi a un medico del lavoro.

 

Obblighi del medico del lavoro: elenco delle mansioni

Di seguito proponiamo un elenco semplificato degli obblighi del medico del lavoro e delle attività all’interno delle aziende.

  • Il medico del lavoro è tenuto a collaborare con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi e, quando sia richiesto, della programmazione della sorveglianza sanitaria. Il medico del lavoro deve porre in atto le misure per la tutela della salute psico-fisica dei lavoratori e curare la formazione degli stesso, organizzando corsi di primo soccorso. Rientra negli obblighi del medico del lavoro la valorizzazione di programmi mirati alla “promozione della salute”.
  • Il medico deve programmare e organizzare la sorveglianza sanitaria secondo quanto stabilito dai protocolli definiti dai rischi specifici; deve inoltre tenere in considerazione gli indirizzi scientifici più recenti.
  • Per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria, il medico del lavoro è tenuto a creare e aggiornare una cartella sanitaria di rischio. Per le aziende con più di quindici dipendente, il medico del lavoro deve concordare con i dirigenti un luogo di custodia.
  • Al momento della cessazione dell’incarico, il medico competente deve consegnare al datore di lavoro tutta la documentazione sanitaria raccolta, sempre nel rispetto del segreto professionale.
  • Al momento della cessazione del rapporto di lavoro, il medico consegna al lavoratore della relativa documentazione sanitaria.
  • Gli obblighi del medico del lavoro includono l’invio all’ISPESL delle cartelle sanitarie e di rischio nei casi previsti dal presente decreto legislativo, sempre nel momento della cessazione del rapporto di lavoro.
  • Il medico competente deve fornire informazioni ai lavoratori circa i dettagli della sorveglianza sanitaria da lui attivata; nel caso l’ambiente di lavoro includa l’esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, il lavoratore deve essere informato sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l’esposizione a tali agenti.
  • La presenza sul luogo di lavoro è uno dei principali obblighi del medico del lavoro: le visite devono essere effettuate almeno una volta all’anno o con frequenza maggiore, in base a quanto previsto dal documento di valutazione dei rischi.

 

Negli obblighi del medico del lavoro rientra infine la programmazione del controllo dell’esposizione dei lavoratori. I risultati dell’esposizione devono essere forniti rapidamente al medico del lavoro, che potrà così procedere alla valutazione del rischio.

 

(Fonte: http://medicidellavoro.net)

Compiti del medico competente

Compiti del medico competente: ruoli e obblighi nell’azienda
I compiti del medico competente: linee guida

 

compiti del medico del lavoro

compiti del medico del lavoro

Quali sono i compiti del medico competente?

Qual è il suo ruolo all’interno dell’ambiente di lavoro?

Come si deve rapportare con i dirigenti e il personale dell’azienda?

In questo articolo cerchiamo di dare una risposta a queste domande e fornire delle importanti indicazioni su come si declina oggi il lavoro del medico competente.

 

Quello della sicurezza sul posto di lavoro è un argomento che, in anni recenti, ha ricevuto molta attenzione: da ciò sono nate diverse figure con diverse responsabilità all’interno dell’azienda. L’obiettivo finale rimane uno solo: il mantenimento della sicurezza sul luogo di lavoro e la prevenzione dei rischi. Tra le figure più importanti c’è quella del medico competente, i cui compiti sono determinati in primis dalla normativa vigente.

 

I compiti del medico competente: cosa prevede la normativa vigente

Solo in tempi recenti si è iniziato a parlare di medico competente: prima esisteva il “medico di Fabbrica”, mentre poco tempo fa si parlava di “medico del lavoro” (espressione ancora molto diffusa). La differenza ben più importante riguarda i compiti del medico competente: se prima il suo ruolo era limitato alla valutazione sanitaria del lavoratore, oggi è una delle figure chiavi dell’intero sistema di sicurezza aziendale.

Il ruolo e le responsabilità del medico competente all’interno dell’azienda sono regolamentato dal decreto legislativo 81/2008. Tale decreto impone anzitutto che il medico competente non possa essere dipendente di strutture pubbliche: deve trattarsi di un professionista specializzato, cono conoscenza teoriche e tecniche peculiari. Il decreto fornisce inoltre indicazioni precise circa i contesti aziendali in cui è obbligatorio nominare un medico competente.

 

I compiti del medico competente: responsabilità e mansioni

Di seguito proponiamo un breve compendio ai compiti del medico competente.

  • Valutazione dei rischi. In collaborazione con il datore di lavoro, il medico competente deve redigere uno studio dettagliato dei rischi per la salute dei lavoratori. Il documento di valutazione dei rischi è fondamentale: su di esso si basano infatti tutte le misure di prevenzione e la formazione per la sicurezza ai lavoratori.
  • Cartella sanitaria del lavoratore. Tra i compiti del medico competente c’è la redazione e l’aggiornamento della cartella sanitaria e di rischio di ogni singolo lavoratore presente nell’azienda. Tale cartelle è coperta da segreto professionale e viene custodita in un luogo concordato con il medico competente.
  • Formazione alla sicurezza. Il medico competente deve fornire ai lavoratori informazioni sulle ragioni della sorveglianza sanitaria, sull’eventuale necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari. Deve inoltre coordinarsi con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
  • Sopralluoghi sul posto di lavoro. Nei compiti del medico competente rientrano le visite degli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno (o con frequenza maggiore, a seconda di quanto stabilità dal documento di valutazione dei rischi).
  • Sorveglianza sanitaria. Il medico competente deve effettuare la sorveglianza sanitaria nel rispetto dei rischi evidenziato dal documento di valutazione e della normativa vigente. La sorveglianza sanitaria include le visite mediche preventive e quelle periodiche, per verificare lo stato del salute del lavoratore e rilevare eventuali ostacoli allo svolgimento delle mansioni assegnate.

Responsabile della sicurezza sul lavoro

RSPP: il responsabile della sicurezza sul posto di lavoro

Sorveglianza sanitaria e aziende: chi è il

responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro

responsabile sicurezza luogo di lavoro

Responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro?

Quali sono le sue funzioni? In questo articolo forniamo una breve guida al ruolo dell’RSPP e alle normative vigenti.

Uno dei principali protagonisti della sorveglianza sanitaria in ambito aziendale è la figura dell’RSPP, ovvero il “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione”.

Secondo quanto riportato all’articolo 2 del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D. Lgs. 81/08), l’RSPP è la “persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali […] designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.”

In altre parole, l’RSPP è l’incaricato della sorveglianza sanitaria sul luogo di lavoro, a cui spetta il compito di evidenziare eventuali fattori di rischio e progettare le relative misure di sicurezza (preventive e non).

RSPP sta per “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione” ed è una delle figure chiave nell’ambito della sicurezza sul lavoro: all’articolo 2 del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D. Lgs. 81/08), l’RSPP viene definito come la “persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali […] designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.”

 

Responsabile della sicurezza nelle aziende

Il ruolo e i compiti del responsabile della sorveglianza sanitaria cambiano a seconda della tipologia e della dimensione dell’azienda in questione.

Ad esempio, nelle imprese di dimensioni ridotte è normale che la responsabilità della sorveglianza sanitaria ricada sullo stesso datore di lavoro. Nello specifico, ricadono in questa regola:

  • Industrie e imprese artigiane con meno di 30 dipendenti;
  • aziende agricole e/o zootecniche con meno di 10 dipendenti;
  • imprese ittiche con meno di 20 impiegati;
  • aziende di altre tipologie che abbiano in organico fino a un massimo di 20 dipendenti.

Per tutte le imprese non contemplate nella lista, la sorveglianza sanitaria ricade su uno dei dipendenti dell’azienda, a meno che il datore di lavoro non stabilisca di affidare il compito ad un consulente esterno.

 

Formazione per sorveglianza sanitaria

Sia che il ruolo dell’RSPP sia coperto dal datore di lavoro sia che spetti ad un dipendente, è necessario che l’incaricato soddisfi dei requisiti di competenza stabilita dalla normativa. In particolare, è obbligatorio aver frequentato uno specifico corso di formazione della durata di 16-48 ore (a seconda della tipologia di azienda) in cui si analizzano gli standard di sicurezza sui luoghi di lavoro.

In conclusione, il responsabile della sorveglianza sanitaria deve conoscere a fondo l’azienda in cui opera e le attività che vi vengono svolte. Altrettanto importanti sono formazione e aggiornamento: l’RSPP deve infatti essere sempre informato circa le normative in vigore e la sua preparazione deve essere certificata.

Nomina Medico Competente

Nomina Medico competente come e quando avviene

Nomina Medico Competente: quando la nomina è necessaria, cosa prevede la normativa vigente e quali sono gli obblighi del dottore incaricato.

nomina medico competente

nomina medico competente

La nomina di un medico competente è sostanzialmente un procedimento giuridico per la quale si attribuisce ad un soggetto il ruolo, appunto, di medico competente di un’azienda, a patto che questi si dimostri in possesso dei requisiti professionali richiesti dalla legge.

Il medico competente di un’azienda può essere nominato da un dirigente, dal datore di lavoro stesso o comunque dal titolare di un obbligo giuridico originario e/o sulla base di un incarico aziendale.

 

Cosa significa la nomina per il medico competente?

Per il medico competente, la nomina all’interno di un contesto aziendale prevede una serie di obblighi e responsabilità ben precisi. Il medico competente diventa parte integrante e punto di riferimento del sistema di prevenzione aziendale ed è suo compito:

  • conoscere nel dettaglio la struttura dell’organico aziendale, in particolare la rete di ruoli e obblighi dei vari soggetti;
  • conoscere nel dettaglio gli obblighi previsti dalla legge;
  • attuare gli adempimenti richiesti dalla legge secondo le modalità richieste ad un professionista.

 

Scopo ultimo del medico competente è proteggere le persone dai pericoli presenti nell’ambiente lavorativo. Spesso nei contesti aziendali le routine riguardanti il mantenimento degli standard di sicurezza vengono sacrificate alla necessità di smaltire in fretta la burocrazia relativa e di raggiungere gli obiettivi di profitto: il ruolo del medico competente è supervisionare che gli obblighi previsti dalla legge in ambito di sicurezza sul lavoro vengano sempre rispettati.

 

Quando la nomina del medico non è obbligatoria?

In alcuni casi, la nomina del medico competente non è obbligatoria.

La nomina è infatti necessaria solo nei casi in cui i lavoratori siano esposti a rischi chimico, di rumori, vibrazioni, movimentazione manuale carichi, esposizione ad amianto, piombo o agenti pericolosi. Allo stesso modo, il medico competente è necessario qualora vi siano presenti lavoratori videoterminalisti e di lavoratori in orari notturni.

Ogni rischi presente sul luogo di lavoro deve inoltre essere valutato singolarmente dal medico competente secondo parametri di gravità del rischio, intensità e tempo durante il quale il lavoratore è sottoposto a esso.

 

La presenza di un medico competente nominato all’interno dell’azienda è quindi richiesta spesso ma non sempre.

 

Documento di Valutazione dei Rischi

Medicina del lavoro e aziende: il documento di valutazione dei rischi

In medicina del lavoro, il documento di valutazione dei rischi

documento di valutazione dei rischi

documento di valutazione dei rischi

(o DVR) è uno dei punti di riferimento essenziali per valutare il grado di sicurezza di un’azienda. In questo articolo forniamo una breve guida per i professionisti della medicina del lavoro che devono aiutare l’imprenditore a redigere il DVR.

Il documento di valutazione dei rischi ha la funzione di fornire informazioni di base circa le condizioni di lavoro e diventa quindi il punto di partenza per ogni valutazione in ambito di medicina del lavoro. Al suo interno vengono individuati e registrati tutti i rischi per la salute presenti sul luogo di lavoro e le modalità adeguate per eliminarli o gestirli; il DVR fornisce inoltre a tutti i lavoratori i mezzi, gli strumenti e la preparazione adeguati e necessari per garantire gli standard di sicurezza e igiene durante l’attività lavorativa.

 

Chi deve redigere il documento di valutazione dei rischi?

La redazione del documento di valutazione dei rischi è obbligatoria per ogni azienda e dovrebbe essere curata dall’imprenditore. Per farlo, quest’ultimo può tuttavia servirsi della consulenza di un esperto di medicina del lavoro. Esistono tuttavia alcune regole da tenere sempre presenti.

La redazione del DVR può essere delegata ad un consulente di medicina del lavoro solo se nell’azienda sono impiegati meno di 10 dipendenti.

 

Nel caso che sia possibile rivolgersi al consulente di medicina del lavoro, questi deve comunque interfacciarsi e lavorare a stretto contatto con il datore del lavoro (o con un suo delegato), raccogliendo informazioni sull’organizzazione della sicurezza e sulle misure di contrazione del rischio e di prevenzione.

 

Contenuti essenziali del Documento di Valutazione dei Rischi

Tra i contenuti del documento non devono mancare le sezioni concernenti l’individuazione delle aree di lavoro, delle mansioni dei lavoratori, di macchine/impianti/lavorazioni oggetto della valutazione. L’esperto di medicina del lavoro dovrà inoltre riportare nel dettaglio tutti le strumentazioni utilizzate (specificando se si tratta di materiali a rischio), i modelli di riferimento ammessi e i metodi seguiti per l’assunzione delle scelte.

 

Altra sezione importante è quella in cui si riportano i risultati oggetto della previsione e l’elenco dei fattori di rischio per i quali la valutazione si risolva con l’assenza di rischio o comunque con la non necessità di prevedere ulteriori misure di prevenzione. La competenza in medicina del lavoro risulta qui essenziale a compiere una rilevazione oggettiva.

Lo stesso vale nella sezione successiva, in cui il consulente di medicina del lavoro deve elencare l’insieme delle misure di salvaguardia e di soccorso stabilito in conseguenza della valutazione e le eventuali attrezzature di protezione impiegate. Si passa poi ad illustrare il programma di esecuzione di aggiuntive misure previste per perfezionare nel tempo i livelli di protezione.

 

In conclusione

Una volta completato e rivisto con il datore del lavoro (o con il responsabile della sicurezza delegato), il consulente di medicina del lavoro deve esporre il documento di valutazione dei rischi all’interno dei locali dell’azienda, dove deve essere sempre consultabile dall’organo di vigilanza.

Sanzioni per omessa certificazione

Medici del lavoro: sanzioni per omessa certificazione

La sanzione per mancata certificazione

sanzioni per omessa certificazione

sanzioni per omessa certificazione

da parte di un medico del lavoro è stabilita secondo il recente DLgs 151/2015: si parla in particolare della certificazione delle malattie professionali, deontologia e normative.

Fino al 2014, la mancata mancata redazione della certificazione in merito sia all’infortunio sul lavoro che alla malattia professionale non era considerata un obbligo normativo sanzionato ma solo un obbligo deontologico. Il medico del lavoro doveva quindi attenersi all’art. 53 del D.P.R. n.1124/1965, secondo cui la denuncia da trasmettere doveva essere “corredata da certificato medico”.

La normativa riportava inoltre che “il certificato medico deve contenere, oltre l’indicazione del domicilio dell’ammalato e dei luogo dove questi si trova ricoverato, una relazione particolareggiata della sintomatologia accusata dall’ammalato stesso e di quella rilevata dal medico certificatore”. Non vi era quindi alcun obbligo specifico per il medico del lavoro, se non quello deontologico.

La normativa aggiornata sulla mancata certificazione da parte del medico del lavoro

Il sopracitato DLgs 151/2015 interviene completamente su questo aspetto dell’attività del medico del lavoro. In particolare, i comma 8 e 9 del decreto riguardano da vicino la mancata certificazione, scendendo nel dettaglio di compiti, responsabilità ed eventuali sanzionamenti del medico.
Citando il testo: “A decorrere dal centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, con la trasmissione per via telematica del certificato di malattia professionale […] si intende assolto, per le malattie professionali indicate nell’elenco di cui all’articolo 139 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965, l’obbligo di trasmissione della denuncia di cui al medesimo articolo 139….”.

Differenze tra le due certificazioni
È bene ricordare che le due certificazioni (denuncia dell’infortunio e denuncia della malattia) hanno delle differenze importanti. La prima ha fini assicurativi e richiede il consenso informato a procedere da parte del lavoratore; la seconda deve essere fatta anche in caso di mancata certificazione ai fini del riconoscimento, qualora la malattia sia inserita nell’elenco di cui al DM 10 giugno 2014 ma non venga ritenuta collegata alle attività lavorative.

A tutti gli effetti, con l’introduzione della sanzione per omessa certificazione assistiamo ad un obbligo deontologico che è diventato obbligo giuridico sanzionabile.

Conclusioni

Nonostante la cosiddetta semplificazione degli atti amministrativi attraverso l’introduzione dell’informatica, la misura descritta aggiunge un onere al lavoro del medico: un’altra complicazione per l’attività medica alla quale non corrisponde un miglioramento della qualità: in questo caso si avrebbe veramente un miglioramento della sicurezza dei lavoratori ed un maggior grado di tutela dei loro diritti.
(Fonte: http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/ruoli-figure-C-7/medico-competente-C-77/sanzioni-ai-medici-per-omessa-certificazione-AR-15363/ )

Prevenzione Incendi

Medicina del Lavoro e il nuovo codice di prevenzione incendi

 

prevenzione-incendiIl Codice di prevenzione incendi è stato rinnovato: come cambia il lavoro del medico competente? Come cambiano i corsi di primo soccorso? In questo articolo analizziamo le indicazioni relative al sistema di esodo.

Nell’ambito di competenza del medico del lavoro, con “esodo” si intende un sistema il cui scopo è “assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere o permanere in un luogo sicuro, a prescindere dall’intervento dei Vigili del fuoco” (Decreto del Ministero dell’Interno del 3 agosto 2015). L’aggiornamento del Codice di prevenzioni Incendi ha riportato indicazioni precise circa segnaletica e orientamento, procedure consentite, le vie di esodo, luoghi sicuri, illuminazione di sicurezza.

Procedure ammesse per l’esodo
Uno dei principali cambiamenti della normativa riguarda le procedure a cui il medico del lavoro deve fare riferimento. Le procedure ammesse sono riassumibili come segue:
ESODO SIMULTANEO:  “modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro” (“l’attivazione della procedura di esodo segue immediatamente la rivelazione dell’incendio oppure è differita dopo verifica da parte degli occupanti dell’effettivo innesco dell’incendio”).
ESODO PER FASI: “modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. Si attua con l’ausilio di misure antincendio di protezione attiva, passiva e gestionali”. Questa modalità viene viene consigliata a medici del lavoro attivi in edifici di grande altezza come ospedali e centri commerciali.
ESODO ORIZZONTALE PROGRESSIVO: “modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione verso luogo sicuro”. Questa modalità viene viene consigliata a medici del lavoro attivi in strutture ospedaliere.
PROTEZIONE SUL POSTO: “modalità di esodo che prevede la protezione degli occupanti nel compartimento in cui si trovano.”

Luogo sicuro
Il nuovo Codice di prevenzione incendi cambia anche le normative riguardanti il luogo sicuro, ossia quel luogo posto all’esterno dell’edificio in cui non esista pericolo per gli occupanti e che presenti le condizioni adeguate per gli occupanti. Il medico del lavoro deve assicurarsi che il luogo sicuro si trovi in una strada pubblica o sia uno spazio scoperto esterno all’edificio collegato alla strada pubblica e che non sia investito dai prodotti della combustione.

In conclusione
L’aggiornamento del Codice di prevenzione incendi non apporta cambiamenti sostanziali all’attività del medico del lavoro né al sistema di primo soccorso in generale, se non quella di definire meglio i parametri di sicurezza da rispettare.
(FONTE: http://www.puntosicuro.it/incendio-emergenza-primo-soccorso-C-79/gestione-emergenza-ed-evacuazione-C-84/il-nuovo-codice-prevenzione-incendi-il-sistema-di-esodo-AR-15409/)